Dopo essere già stato approvato la scorsa settimana dal Senato, il provvedimento, oltre all’arresto in flagranza differita per aggressioni a danno degli operatori sanitari, prevede anche la reclusione da uno a cinque anni e una multa fino a 10mila euro in caso di danneggiamento, distruzione, dispersione o deterioramento di materiali destinati al servizio sanitario o socio-sanitario.
In dettaglio
Il testo all’articolo 1 introduce il reato di danneggiamento commesso all’interno o nelle pertinenze di strutture sanitarie o socio-sanitarie residenziali o semiresidenziali, pubbliche o private, con violenza alla persona o con minaccia ovvero nell’atto del compimento del reato di lesioni personali a un pubblico ufficiale in servizio di ordine pubblico in occasione di manifestazioni sportive, a personale esercente una professione sanitaria o socio sanitaria e a chiunque svolga attività ausiliarie ad essa funzionali.
Più nel dettaglio il decreto-legge introduce un nuovo comma nell’articolo 635 c.p., con il quale si punisce con la pena della reclusione da uno a cinque anni e con la multa fino a 10.000 euro chiunque, all’interno o nelle pertinenze di strutture sanitarie o socio-sanitarie residenziali o semiresidenziali, pubbliche o private, con violenza alla persona o con minaccia ovvero in occasione del delitto previsto dall’articolo 583-quater (lesioni personali a un pubblico ufficiale in servizio di ordine pubblico in occasione di manifestazioni sportive, nonché a personale esercente una professione sanitaria o socio-sanitaria e a chiunque svolga attività ausiliarie ad essa funzionali), distrugge, disperde, deteriora o rende, in tutto o in parte, inservibili cose destinate al servizio sanitario o socio-sanitario.
L’articolo 3 prevede che dall’attuazione delle disposizioni di cui al decreto-legge in esame non devono derivare nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica e che le amministrazioni e le autorità interessate vi provvedono nell’ambito delle risorse umane, strumentali e finanziarie disponibili a legislazione vigente.
Il decreto-legge entrerà in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale.
Il commento di Federsanità
«Questa legge è una risposta importante ad una vera e propria emergenza rispetto al tema della sicurezza dei nostri professionisti che lavorano tutti i giorni per la salute della popolazione. Accolte nella legge – sottolinea il Presidente di Federsanità, Fabrizio d’Alba, dg del Policlinico Umberto I di Roma – le richieste di maggior tutela avanzate da Federsanità per conto delle Direzioni strategiche e, proprio oggi che si registra l’ennesimo caso in Calabria, è importante aver messo al centro dell’attenzione pubblica la sacralità della sanità pubblica. Dobbiamo altresì evidenziare che sarebbe miope cercare i problemi della violenza agli operatori sanitari solo all’interno delle strutture. Siamo di fronte a un vero e proprio cortocircuito culturale di un Paese in profonda crisi. Occorre investire in comunicazione, soprattutto, per quanto attiene alle strutture, tra personale sanitario e utenti, per ripristinare un clima di fiducia e di rispetto che si è andato perdendo. Serve tolleranza zero verso ogni forma di aggressione, verbale e fisica. Questo certamente è uno dei temi prioritari che affronteremo sinergicamente. Il nostro impegno è portare avanti, anche con gli enti locali che presidiano i territori, una roadmap che ha come unico obiettivo la tutela della salute pubblica e il benessere delle nostre Comunità».
Il commento di Filippo Anelli, Presidente della FnomCeo